Nasco in una famiglia di umili origini: padre operaio in un’azienda americana e madre casalinga. Mio padre ha sempre cercato di garantire a me e ai miei fratelli un’istruzione adeguata, facendo degli enormi sacrifici.
Il suo primo grande insegnamento: il potere della perseveranza. Lui aveva uno scopo. Voleva che i suoi figli avessero un futuro più “facile” del suo e ha fatto di tutto per realizzare questo desiderio. Da lui ho imparato che, anche se non ne hai le possibilità tecniche ed economiche, quando vuoi veramente fare una cosa, puoi riuscire a sopperire a ciò che ti manca con le tue idee e la forza di volontà. In questo modo puoi raggiungere gli obiettivi ti sei dato.
Il secondo insegnamento è stato: “pensa in grande”. Non aveva le competenze per andare oltre nel suo lavoro, eppure era convinto che avrebbe potuto conquistare il mondo nel settore del commercio ortofrutticolo. Insomma, mio padre mi ha insegnato a sognare. Questa sua abilità nell’immaginare, nel vedere in maniera prospettica, non la teneva per sé, ma riusciva anche a trasferire la sua visione agli altri: in primis a tutta la famiglia. Era bravo a far visualizzare il risultato, anche solo ipotizzabile, alle persone con cui parlava. E questa capacità l’ha trasmessa anche a me. Le persone lo seguivano perché era bravo a coinvolgerli ed era un uomo di cui ci si poteva fidare. Nel mio vissuto, di Luigi bambino e poi adolescente, mio padre è stato il primo esempio di business trend setter con cui ho avuto l’onore di confrontarmi.